Con l’arrivo della bella stagione si riscopre la voglia di rimettersi in forma, indossare vestiti più corti e più leggeri e ci si accorge dei chili di troppo accumulati durante la stagione invernale.
In questo periodo è tutto un parlare e leggere di “diete” e “consigli” sulla alimentazione più giusta e corretta per disintossicarsi e dimagrire.
Ma alla “linea” o meglio alla nostra salute è ben pensare solo in primavera?
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la diffusione del diabete di tipo 2 è quasi raddoppiata negli ultimi 30 anni, così come la mortalità legata a questa malattia o alle sue complicazioni.
IBDO Foundation (Italian Barometer Diabetes Observatory) in collaborazione con Istat, pubblica annualmente un report che offre una fotografia dettagliata della situazione del diabete e dell’obesità a livello mondiale, nazionale e regionale.
Le previsioni dicono che, entro il 2030, il diabete rappresenterà in Europa la quarta causa di morte.
In Italia, sempre secondo i dati Istat del 2016, sono oltre 3 milioni e 200 mila le persone che hanno il diabete.
L’obesità è uno dei fattori di rischio principali per il diabete, motivo per cui si parla anche di lotta alla “Diabesità”.
L’elevata prevalenza e persistenza dell’obesità in età pediatrica e la coesistenza di complicanze fisiche e psicosociali rendono la prevenzione e la cura dell’obesità infantile obiettivi sanitari prioritari.
Ritardo nello sviluppo: l’obesità dei genitori ha il “suo peso”
Secondo un recente studio del 2017, pubblicato su Pediatrics i figli di genitori obesi vanno incontro a rischi di ritardi dello sviluppo.
I dati riguardano da una parte l’obesità materna, alla quale sembrano associarsi nei figli, una minore capacità motoria, come per esempio l’abilità di controllare il movimento dei muscoli fini di dita e mani; dall’altra, l’obesità paterna da cui deriverebbero ridotte competenze sociali.
Questo studio è uno dei pochi che include anche informazioni sui padri e i risultati suggeriscono proprio che il peso del padre ha altrettanta influenza di quello della madre nello sviluppo del bambino.
Il disagio psicosociale (immagine corporea insoddisfacente, sintomi depressivi ed ansiosi, bassa autostima, insuccesso scolastico) correlato alla obesità deve essere individuato nell’ambito di una valutazione multi-disciplinare del bambino/adolescente obeso.
Il ruolo del pediatra, in termini di prevenzione e cura è di assoluto primo piano nella strategia complessiva di intervento.
La dieta mediterranea (DM) è nota per essere un regime alimentare “protettivo”, basandosi prevalentemente su alimenti di origine vegetale (cereali integrali, frutta, verdura, olio extravergine di oliva, legumi e noci), consumo moderato di pesce, carne bianca, uova e prodotti caseari e solo sporadica assunzione di carne rossa e prodotti dolciari.
Ma la DM non va intesa soltanto per gli specifici riferimenti agli aspetti nutrizionali, ma comprende anche atteggiamenti di frugalità, convivialità, stili di vita attivi e moderazione nei consumi.
La DM assume quindi un ruolo protettivo non solo in età adulta, come ormai ben noto, ma anche nelle prime epoche di vita
Se si vuole intraprendere una “dieta dimagrante” corretta e soprattutto salutare è sempre bene affidarsi a professionisti.
Evitare di seguire consigli e indicazioni lette su riviste non proprio “scientifiche” o assumere integratori che promettono successi favolosi in pochissimo tempo.
Sono disponibile a qualsiasi contatto per rispondere ai quesiti in merito.
Buona estate e soprattutto buona prova costume.
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