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Immagine del redattoreDott.ssa Maria Maranò

DIMMI COME MANGI E TI DIRÒ CHI SEI


Il consumo di una dieta bilanciata e varia prima del concepimento, in gravidanza e puerperio è essenziale per esprimere il potenziale di salute della diade mamma-bambino.

La validità della dieta mediterranea (DM) viene riscontrata per la prima volta nel 1961, da uno studio epidemiologico condotto a Creta, da cui emergeva la dieta mediterranea come la più salutare. La DM è nota per essere un regime alimentare “protettivo”, basandosi prevalentemente su alimenti di origine vegetale (cereali integrali, frutta, verdura, olio extravergine d’oliva, legumi e noci frequentemente e in grandi quantità), consumo moderato di pesce, carne bianca, uova e prodotti caseari e solo sporadica assunzione di carne rossa e prodotti dolciari.

Dieta durante la Gravidanza Negli ultimi anni diversi studi hanno dimostrato che la DM sembra avere un ruolo importante durante le prime epoche di vita e quindi in un periodo che va tra il concepimento e i primi 2 anni di vita. Infatti l’alimentazione materna, già nella gravidanza, influenza non solo la prevenzione delle patologie della gravidanza (ipertensione arteriosa, diabete gestazionale materno, nefropatie ecc), ma gli stessi esiti perinatali, tra cui il tasso di crescita fetale e la salute a lungo termine del bambino.

La dieta di coppia prima del concepimento L’obesità materna e la sindrome dell’ovaio policistico porta alla riduzione del tasso ovulatorio e della qualità ovocitaria. Un aumentato consumo di proteine animali, aggravandosi con diete ad alto carico glucidico, può ridurre la capacità ovulatoria, mentre diete basate sui vegetali migliorano il tasso ovulatorio. Uno studio osservazionale prospettico dimostra che la DM porta un tasso di successo di gravidanza dopo fecondazione in vitro Fivet.

Gli effetti sul feto e sul neonato Un eccessivo incremento ponderale materno in gravidanza con dieta materna sbilanciata (ricca in grassi saturi e proteine animali), induce un’alterazione del microbiota neonatale ed una riduzione del peso fetale in media di 72 grammi. Il calo ponderale fetale si aggrava ulteriormente con riduzione 3 volte maggiore (214 grammi) se oltre alla dieta tradizionale si associa il tabagismo.

Il legame tra la dieta materna e l’allergia infantile Appare fondamentale la relazione tra allergeni e dieta. In tal senso la dieta mediterranea emerge come quella più protettiva assicurando un adeguato apporto di frutta, vegetali e vitamina D rispetto a cibi sensibilizzanti come oli vegetali, margarina, e quelli dei fast-food. E’ stato dimostrato un aumento del rischio di sviluppare asma ed eczema nei figli di donne che in gravidanza avevano assunto alta qualità di carne, al contrario il consumo di prodotti vegetali e legumi risulta protettivo.

Dieta materna e capacità cognitive dei figli Diversi studi hanno valutato l’assetto cognitivo-emozionale dei bambini in base alla tipologia di dieta materna. Studi eseguiti su bambini a 18 mesi, a tre anni e a sei anni, dimostrano come la dieta mediterranea in gravidanza, comportava riduzione del rischio di disturbi comportamentali (atteggiamenti aggressivi e deficit di attenzione) mentre la dieta tradizionale ne aumentava il rischio. Il meccanismo fisiopatologico è rappresentato dal fatto che la dieta tradizionale (ricca di grassi saturi) andrebbe a provocare stress ossidativo con riduzione di BDNF (brain derived neurotrophic factor), al contrario del meccanismo di supporto di omega 3 per BDNF con la dieta mediterranea. Uno studio anglo-brasiliano ALSPAC, dimostra che l’elevato consumo di frutta e vegetali nell’ultimo trimestre di gravidanza, si associa otto anni dopo la gravidanza, nel bambino a più elevati quozienti intellettivi, sfere comportamentali e cognitive, rispetto ad abitudini dietetiche materne ad alto contenuto di carne, farine bianche e caffè.

Conclusioni Purtroppo si assiste all’abbandono precoce nell’infanzia e nella adolescenza della dieta mediterranea a favore di quella americana e nordeuropea, caratterizzata da alti consumi di carne rossa, burro, grassi animali, zucchero e cibi salati. A ciò si associa la continua ascesa del tasso di obesità della popolazione adulta e infantile.

E’ oggi evidente che una dieta materna in gravidanza dal profilo mediterraneo sia alla base del: -successo riproduttivo al concepimento (naturale e da riproduzione assistita); -prevenzione di patologie materno-fetali in gravidanza; -migliorare il programming fetale e quindi prevenzione delle malattie della vita adulta; -migliorare gli assetti immunitari, cardiovascolari, cognitivo-comportamentali del futuro adulto.

Sulla base di queste evidenze si può quindi ipotizzare un ruolo certamente protettivo della dieta mediterranea, non solo in età adulta, come ormai ben noto, ma anche nelle prime epoche di vita, supportando quindi la necessità di programmi di questo tipo di regime alimentare durante i primi 1000 giorni.

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